ATR 42-400MP
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P-42A
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1
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consegnato nel 2001
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10-01 MM62170
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ATR 42-500MP
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P-42B
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2
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consegnati nel 2004 e 2010
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10-02 MM 62208 e 10-03 MM 62270
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ATR 42-600MP
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P-42C (?)
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1
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ordinato nel novembre 2024
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Reparti d’impiego e basi
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3° Nucleo Aereo
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Pescara
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dal 2001
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2° Nucleo Aereo
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Catania
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dal 2008
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Il Servizio Aereo della Guardia Costiera inizia a dotarsi dell’ATR 42MP a partire dal 2001, dapprima affiancando e poi rimpiazzando completamente l’unico altro aereo da pattugliamento in servizio, il P.166DL-3 SEM. Data la diversa tipologia delle due macchine, il miglioramento delle capacità operative riguarda ogni aspetto, dall’efficacia della missione alle prestazioni di volo. Le capacità del “Manta” sono date soprattutto dal sistema di missione ATOS (Airborne Tactical Observation and Surveillance), le cui due postazioni di bordo – MOC 1 e 2 – garantiscono agli operatori una supervisione e un controllo completo di sensori e sottosistemi integrati. Per il ruolo primario di pattugliamento marittimo, il radar Raytheon SeaVue 2022 è in grado di coprire distanze fino a 256 miglia nautiche (NM) e di effettuare rilevazione di imbarcazioni molto veloci e con ridotta riflessione radar. Può essere inoltre usato in modalità normale SAR (Synthetic Aperture Radar) per la scansione dell’orografia terrestre delle coste, oppure in modalità meteo, o ancora in modalità ISAR (Inverse SAR) per avere una visualizzazione del bersaglio nel formato 3D. Anche la torretta EOST (Electro Optical Sensor Turret) è un valido ausilio al pattugliamento marittimo e al compito di Ricerca e Soccorso. L’EOST è un gruppo elettro-ottico composto da una piattaforma girostabilizzata operante a 360° con una videocamera a colori ATV ad alta risoluzione, una videocamera a lungo raggio (spotter) monocromatica LRTV in grado, ad esempio, di distinguere caratteri alti 20 cm ad una distanza di 1,5 NM, e una telecamera all’Infrarosso ad alta risoluzione con aggancio di un obiettivo di 2,3 x 2,3 m a 5 NM, riconoscimento della tipologia a 2 NM e sua identificazione a 1,5 NM. Questi sensori, posizionati uno per lato nella parte terminale della fusoliera e operanti in diverse bande, consentono di acquisire immagini estremamente stabili anche in presenza di elevati ratei di virata del velivolo, nonché di riconoscere, identificare e localizzare gli obiettivi di superficie, sia di giorno quanto di notte. Per il telerilevamento vengono utilizzati due sensori abbinati: il radar SLAR (Side Looking Airborne Radar) e il sistema multispettrale Daedalus, che permettono di rilevare prodotti inquinanti, perlopiù idrocarburi dispersi in mare. Le capacità di scansione dello SLAR sono notevoli: ogni antenna copre una distanza di 40 NM (quindi 80 totali) ad una quota di 1.000 m e pertanto un “Manta” che idealmente esegue un volo dalla laguna veneta, volando al centro dell’Adriatico, arrivando sino in Puglia può effettuare una mappatura completa dell’inquinamento eventualmente presente in quell’area con una sola missione. Per compiti di Ricerca e Soccorso, il velivolo dispone di zattere aviolanciabili, di finestrini a bolla (bubble window) per l’osservazione e di un faro di ricerca ad elevata intensità (tra 80 e 100 milioni di candele), orientabile sia manualmente che in automatico (tramite l’EOST). A seguito della consegna di “Manta 01” al 3° Nucleo Aereo nel maggio del 2001, i P.166DL-3 vengono accentrati tutti presso il 2° Nucleo Aereo di Catania-Fontanarossa.
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